Il parere favorevole la commissione cultura ieri l'ha dato. Le stagioni musicali 2005-06 del teatro Municipale oggi saranno approvate dalla giunta e potranno decollare nel loro aspetto regolamentare. Anche se la copertura finanziaria non è completa.
Lo ha ammesso candidamente Gianni Baratta, il sovrintendente della Fondazione Toscanini che da due anni ha in affidamento la direzione artistica della lirica, della concertistica e del balletto del teatro Municipale. Ed è questo uno dei motivi che hanno indotto l'opposizione ad abbandonare la commissione. A nome di tutte le minoranze, il capogruppo di Forza Italia, Massimo Trespidi, ha sferrato un duro attacco alla gestione dell'ente musicale con sede a Parma.
Concludendo con due richieste: che l'anno prossimo, alla scadenza, l'amministrazione comunale non rinnovi la convenzione con la Toscanini, e che sia al più presto convocato in consiglio comunale un dibattito sulla politica culturale e teatrale a Piacenza.
A quel punto l'opposizione ha infilato la porta e a votare i cartelloni è stata solo la maggioranza (in aula è rimasto anche Antonio Levoni, gruppo misto, astenutosi). Maggioranza che, pur convenendo su alcune delle osservazioni critiche di Trespidi, ha aspramente condannato la scelta dell'Aventino dell'opposizione: Gianni D'Amo (Ds) l'ha definita inspiegabile, ha rincarato la dose il presidente della commissione Sandro Miglioli (Piacentini Uniti) che ha parlato di «sgarbo istituzionale inaccettabile». Non c'è tutta la copertura finanziaria? «Non è un fatto negativo, semmai un atto di coraggio», secondo Miglioli.
Nell'ordine del giorno della seduta di ieri l'audizione del sovrintendente, chiesta dalla minoranza, è stata accorpata alla presentazione delle stagioni musicali. Il parere della commissione, un passaggio amministrativo obbligato, era rimasto in sospeso da metà luglio quando emersero le difficoltà della Toscanini a far quadrare i conti economici dei cartelloni.
Nel mirino, all'epoca, c'era soprattutto la stretta finanziaria operata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, tesi contestata dall'ente di via Sant'Eufemia, ma che ieri l'assessore al teatro Giovanna Calciati ha ribadito. La commissione optò, perciò, per una sospensione in attesa che i programmi, dalla versione di bozza presentata allora, divenissero definitivi. Che è quanto si è verificato solo in questi giorni, a ridosso della partenza della lirica, che è affidata a “I Capuleti e i Montecchi”, di Vincenzo Bellini (regia di Cristina Mazzavillani Muti), di cui oggi va in scena l'anteprima per le scuole, mentre “la prima” è per venerdì sera. Ma di cartelloni definitivi invero non si tratta. Ancora di bozza, per quanto assai avanzata, stiamo parlando e le ragioni sono sempre di ordine contabile, come ha spiegato Baratta.
Il quadro si è fatto ancora più nero: nel 2005 ci si è messo il decreto taglia spese a bloccare le sovvenzioni statali agli enti musicali, per il 2006 la manovra del governo riduce del 40% i fondi all'attività culturale. Baratta ha parlato di una «situazione molto precaria», e tuttavia, di fronte all'alternativa di una programmazione di basso profilo, in accordo con il Comune si è optato per un «grande atto di responsabilità verso la cultura perché non si può dire che quanto presentiamo oggi non sia di primissimo piano».
Se, perciò, ancora all'appello manca una quota (non è stata precisata) dei 5 milioni di euro che costano le stagioni musicali 2005-06, «non abbiamo voluto abbassare la testa», ha rivendicato Baratta fiducioso che alla fine i conti torneranno. C'è da spingere, però, nella ricerca di sponsorizzazioni, nel coinvolgimento dei privati, consapevoli che «per una realtà come Piacenza non c'è nessun'altra possibilità di tenere aperto il teatro». Il sovrintendente batte un tasto a lui abituale: creare le condizioni per riuscire a promuovere al meglio il prodotto-Municipale. Ancora non ci sono, aiuterebbe molto però intitolare a Giuseppe Verdi il nostro teatro, solo così a suo giudizio il progetto “Terre Verdiane” può davvero decollare. Le contrarietà al cambio di nome sono però note. Ci provò il sindaco Roberto Reggi, un paio di anni fa, a far passare una mozione pro-Verdi. Non ci riuscì per le resistenze all'interno della stessa maggioranza.
Ribadite ieri dai diessini D'Amo e Luigi Ronda, che, pur non negando fiducia alla programmazione 2005-06 del Municipale che è riuscita a prendere forma in «una situazione difficile», su un punto hanno convenuto con l'opposizione, la necessità di un ragionamento profondo sul futuro del teatro perché non tutto fila per il meglio. «Mi pare che le cose vadano meno bene di come ci saremmo aspettati due anni fa», ha detto D'Amo, e «penso che responsabilità civico-politica dell'amministrazione comunale sia anche fare discutere la città a un anno dalla scadenza della convenzione con la Toscanini».
Per Ronda «il rapporto d'amore» con la fondazione musicale «forse non è scoppiato», parole molto simili a quelle usate da Trespidi: «Emerge che il progetto Toscanini a Piacenza non riesce a decollare probabilmente perché la città non lo sente suo». Il capogruppo di Forza Italia ha puntato il dito contro «il grave ritardo» con cui si è arrivati a «una presentazione nemmeno definitiva» delle stagioni. Ha ammonito la giunta dall'approvare un programma che non ha completa copertura finanziaria e nel merito dei cartelloni ha criticato titoli, come il Barbiere di Siviglia, «che è stato al Municipale non più tardi di cinque anni fa», e lamentato il “taglia-fuori” dell'Ofi «da ogni opera concertistica».
L'assessore Calciati ha replicato annotando come «non ci sia teatro oggi che abbia la stagione coperta, addirittura la Scala e la Fenice rischiano di chiudere». Quanto agli operatori piacentini coinvolti, «sono tanti», ha assicurato, citando tra gli altri il gruppo Ciampi». Pierangelo Romersi (Margherita) ha parlato di «uno sforzo positivo nel complesso». Levoni ha detto di guardare ancora con fiducia alle politiche della Toscanini.
Teatro